roberto leorato

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Verosimile – nuova esposizione d’arte natalizia di Roberto Leorato

4 Dicembre 2018 by rleorato Leave a Comment

roberto leorato artista veronese

VEROSIMILE

presso Vetrina dell’Arte
Vicolo Cere, 6 – Verona
Roberto Leorato
dal 7 al 30 dicembre 2018

Apertura con aperitivo
Venerdì 7 Dicembre alle ore 17,30
Porte aperte tutti i giorni dalle 17.30 alle 20.00

(Su appuntamento al numero 349 23 177 91)
email: rleorato@gmail.com

Filed Under: portfolio, Senza categoria, Ufficio Stampa

Cromie – Nuova personale di Roberto Leorato

7 Dicembre 2017 by rleorato Leave a Comment

testo di Nicola Viviani

Cromie

testo di Nicola Viviani per la mostra d’arte di Roberto Leorato  
09 dicembre – 24 dicembre 2017   Via Guglielmo Oberdan, 14 – Verona – presso lo spazio Manufatto

La vivacità del colore in ogni sua forma, intendendo sia l’intensità cromatica dell’acrilico, sia l’impronta che esso lascia sulla tela, è l’ultimo porto al quale è approdato Roberto Leorato dopo aver indagato diverse ed elaborate forme di sperimentazione. Dal segno graffiante ed essenziale di natura grafica ai grandi dipinti su tela, dalla scultura in gesso e metallo alla vetrificazione del colore attraverso la resina trasparente, l’attenzione si sposta ora alla vibrante essenza del colore nella sua forma più pura.

Sia che esso vesta la forma di una macchia oppure si stiri in un tracciato sottile, l’idea che sottende questo nuovo percorso non cambia: i nostri occhi sono attratti dal colore al punto da non poterli più controllare e, in un divenire quasi “automatico”, seguono la traccia del pennello, percorrendo quei filamenti di cui la tela è intrisa. Curiosamente, questo è frutto di un processo artistico al limite tra l’inconscio e l’onirico, ed è Leorato stesso a raccontare come la creatività alla base di queste opere appartenga, almeno in parte, al proprio subconscio, ormai costituito da una serie di stratificazioni di esperienze tecniche attraverso le quali è riuscito a raggiungere, in questa fase, un automatismo creativo espresso attraverso la traccia cromatica liberata dal pennello.

Il filo colorato, muovendosi sinuosamente, sembra percorrere i meandri di quell’invisibile labirinto costruito all’interno del subconscio artistico. Sempre presente, l’immancabile e raffinato aspetto decorativo che accompagna ogni fase della sua carriera artistica, e che conferisce ad ogni sua opera le qualità per poter essere collocata nei contesti più differenti.

Per ora, possiamo solo apprezzare questa esplosione cromatica, attendendo la trasformazione che porterà a una nuova evoluzione nel percorso artistico di Roberto Leorato, non dimenticando che la sua imprevedibilità creativa non consente nemmeno a noi, amici più stretti, di immaginare quali materiali e quali tecniche attireranno la sua curiosità negli anni a venire: nel frattempo, gustiamoci tanto l’attesa quanto le impronte e le tracce costituite da queste vibranti cromie.

Filed Under: pittura acrilica, portfolio, Ufficio Stampa Tagged With: arte verona, artista veronese, cromie, manufatto verona, nicola viviani, roberto leorato

Legami e Improvvisazioni – presso la chiesa S.Maria in Chiavica, Verona

5 Febbraio 2017 by rleorato Leave a Comment

Roberto Leorato all’interno dell’esposizione

Legami e Improvvisazioni 

Mostra a cura di Manuela Arreghini, Massimo Rubolotta
Collaborazioni: mancino, Pierpaolo Manfrè, Massimo Totola
 

Legami e improvvisazioni
Roberto Leorato esporrà assieme ad una collettiva di artisti
Santa Maria in Chiavica Via S.Maria in Chiavica, 7 -37121 Verona

Sabato 4, Domenica 5 Novembre 2017
Sabato 4 – Apertura mostra ore 11-21 / Inaugurazione ore 17.30
Domenica 5 – Apertura mostra ore 10-17 con installazione ed azione

– Eventi correlati – 
Inaugurazione Sabato 4 alle ore 17.00
Intervento di:
Massimo Totola, narrazione – Maurizio Zanolli, action painting
Massimo Bitasi, percussioni – Luca Crispino, chitarre – Cristina Mazzo. sax alto – Massimo Rubulotta, percussioni elettroniche – Massimo Totola, hand pan ed elettronica – Roberto Zantedeschi, tromba.

Domenica 5 alle ore 11.00
Intervento di:
Silvano Biondani con Elena Grossule, mimo – musiche di Cristina Mazza e Massimo Rubolotta.

Filed Under: evento, portfolio, Ufficio Stampa Tagged With: arreghini, arte verona, artista veronese, chiavica, mancino, manfre, roberto leorato, rubolotta, totola

Polo Confortini

5 Febbraio 2017 by rleorato Leave a Comment

Roberto Leorato al Polo Confortini

Su base di cartone o su tela, si estendono le opere pittoriche di Roberto Leorato, presente fino al 12 febbraio al polo chirurgico Pietro Confortini dell’ospedale Borgo Trento,
con la mostra Pagine sospese a cura di Mariafulvia Matteazzi Alberti.

Critica Vera Meneguzzo

 

Critica di Vera Meneguzzo

Di base, inchiostri diluiti in acqua, ma l’artista ricerca la luce tramite interventi in acrilico e tempera. Frequente l’uso di pennarelli e matite colorate. Vasta la gamma dei colori,
dal rosa fenicottero agli azzurri argentei, dal glauco dell’asfodelo al blu che dorme intorno alla luna, dal verde pelle di serpente al viola
dell’ultimo tramonto.
L’autore si ispira soprattutto alla natura,malo attraggono anche le figure fantastiche, in particolare le forme della Valle delle Sfingi della Lessinia.
Partendo da una idea figurativa, lentamente la stempera inunsemi-astratto ricco di aromi, di arpeggi, di morbide sensazioni, liberando
la poesia che scalpita dentro la realtà.
Allora appaiono tenui venature di foglie, chiome d’albero carezzevoli come capelli di principessa, grosse radici che hanno il colore dell’oro. Il tutto
immerso in una alternanza di veli di nebbia e di campiture impenetrabili come misteri.
L’intuizione, supportata dalla scintilla creativa, diventa colloquio con la natura avvertita nella sua essenza e rivisitata nei dettagli primordiali. Sono pagine sospese e presenze di fibre sottili, di baci di vento, di prati primaverili per le più ardite discese, è sciacquio d’acqua per le azzurre distese di mare. In mostra anche piccole sculture con impasti di gesso, pigmenti ed elementi naturali per fiori, foglie e reperti marini.

Articolo L’Arena, giovedì 2 febbraio
Testo di Vera Meneguzzo

Immagini di Cronaca di Verona

Filed Under: evento, pittura acrilica, portfolio, tecnica mista, Ufficio Stampa Tagged With: arte in ospedale, arte verona, artista veronese, Marifulvia Matteazzi Alberti, polo confortini, roberto leorato, vera meneguzzo

Open Way 2013

1 Dicembre 2013 by rleorato Leave a Comment

Ultima recensione su Roberto Leorato

 

Roberto Leorato, grazie all’accordo di materie differenti, accoglie nella sua produzione artistica forme inconsuete, simili tormenti indolori, stabilizzatesi temporaneamente nel mondo reale.
Come il gesso, le forme di Leorato sono l’impronta di una sensibilità autentica; la materia, cedendo sotto la pressione delle mani dell’artista, si plasma, rendendo fisico il flusso del ricordo.

Di fronte all’opera ci troviamo coinvolti in una familiarità che sembra tanto appartenerci, ma non siamo in grado di guardare immediatamente con gli occhi  della consapevolezza: quelli del passato, del presente e di un ipotetico e personale futuro in cui li scopriremo intimi. Infatti, i colori elementari, ma sbiaditi, ricordano gioielli atavici di cui, probabilmente, abbiamo dimenticato la funzione. Sono senza peso, senza età, sospesi nella loro stessa luce:  sono li e noi qui, storditi rispetto la nostra necessità materiale e spirituale nei loro confronti.

Ci fermeremmo nel limbo visivo, se la corruzione che rivela la materia non ci facesse riscoprire il gesso attraverso i suoi muti artefici. Essi si spingono oltre la dimensione fattuale, andando a compiersi non tanto nell’immediatezza della visione che può essere in parte mediata dai sensi, quanto piuttosto dal rimando profondo alle nostre ormai dimentiche memorie.

Se l’affezione è autentica, le creature sognanti, benefattrici della propria umiltà, si affinano in figure e sagome cesellate dall’esperienza dell’artista e del suo memore spirito.

Testo di
Agnese Lovecchio‏
Open Way

 

 

Filed Under: evento, portfolio, Ufficio Stampa Tagged With: arte in gesso, arte polimaterica, artista veneto, artista veronese, enea chersicola, leoni11, open way

Roberto Leorato presso la Galleria Spazio 6

7 Gennaio 2013 by rleorato Leave a Comment

Roberto Leorato artista veneto polimaterico

Presso la Galleria Spazio 6 di Verona, dal 12 al 27 gennaio , Roberto Leorato  esporrà alcuni dei nuovi lavori  durante la collettiva “Contemporary Art 2013”.

Inaugurazione con aperitivo Sabato 12 gennaio alle ore 17.00.

 

Via Santa Maria in Organo, 637129 Verona
Tel. 045 8673069
www.galleriaspazio6.it
orario:16.30-19.30
lunedì chiuso

 

 

 

Filed Under: portfolio, Ufficio Stampa Tagged With: arte polimaterica, artista veneto, artista veronese, galleria spazio 6, polimaterico

Roberto Leorato al Convento dei Cappuccini a Ragusa _ diametro 46 cm

26 Novembre 2012 by rleorato Leave a Comment

La Luce dei Sensi

mostra a cura di Grazia Bruno

 

intervista a Roberto Leorato a cura Stefano Scala

In una dimensione ambivalente come questa, offerta dalla mostra di Ragusa Ibla, dove la tradizione architettonica si apre ad accogliere esempi di attualità espressiva e, viceversa, il contemporaneo si fa attraversare dal respiro presente della tradizione, Roberto Leorato si sente a suo agio. Porta opere create per l’occasione, ideate e costruite ad hoc, in un connubio consono di realizzazione di tipo ‘ambientale’ e di artigianato dal sapore antico.

Artista veronese, Leorato ha esordito nei primissimi anni settanta con lavori più schiettamente pittorici (e ha proseguito via via sedimentando in tal senso varie esperienze ‘astratte’, gestuali, di figuratività espressionista), ma nel corso della sua carriera mai ha abiurato ad una naturale propensione per il ‘manufatto’.

Buona parte della sua più recente produzione si colloca nell’ambito di una sorta di scultura del reintegro e della riproposta continua per una nuova significazione degli oggetti. In un’oggettistica d’arte che si nutre di giocosa ironia e di impegno lieve nel riutilizzare parti di vecchi utensili per assemblarli con porzioni da lui stesso costruite o trasformate, l’artista recupera ‘un nuovo senso’ formale e contenutistico sia da pezzi ormai ridotti a essere semplicemente materiale (di scarto), sia da prodotti industriali destinati a funzioni quotidiane o banali.

E Leorato li “ri-genera”, ravvivandoli di colore, plasmandoli, maneggiandoli, rinnovandoli appunto, con la sua salda e saggia cultura rurale radicata nella poetica dell’utor, la voce latina ‘io uso’.

A Ragusa Roberto presenta tra l’altro una serie di ‘dischi’ da lui preparati partendo da comuni coperchi, fatti di lamiera stampata: li trasforma in lavori ‘simil-preziosi’, quasi una sorta di grandi cammei scultorei, frutto dell’intervento di un inventivo costruttore di ex-voto pagani, da collocare su altari in cui si contempli la devozione per i piccoli simboli popolari del vivere, e il Sentimento e la Natura che rappresentano. Questo ‘ruolo’ immaginifico all’artista stesso sembra perfettamente centrato, quasi ci fosse una corrispondenza tra le sensazioni suscitate dalla particolarità del luogo e le proprie convinzioni artistiche, che qui gli riesce di esprimere pienamente.

Lo conferma lui stesso, presentandomi le sue opere, parlando di tecniche, spunti tematici e suggestioni vissute nell’ideare e realizzare.

“Il mio non vuole essere mai un semplice recupero di materiale: mi sento di appropriarmi dell’oggetto, anzi, meglio, me ne ri-approprio, nel momento in cui utilizzo le tracce lasciate dall’intervento operato su di esso, da me o dagli elementi naturali di cui mi servo.

In questo caso in alcuni lavori ho bruciato a fiamma viva il coperchio e così sulla lamiera, di per sè riflettente come uno specchio, nascono sinuose onde pittoriche; in altri il battere col martello lascia tracce per una superficie variamente accidentata, ma mossa, vitale.

Poi ho aggiunto degli inserti ‘narrativi’ di varia natura, come elefantini di legno, comprati in serie, le teste e le maschere di animali da me plasmate in lamiera o in cartapesta, e ancora fiori di creta manipolati, foglie di ferro battuto, ‘ripassate’ al martello e riprese con smalti scintillanti.”

Nel tuo percorso artistico sei approdato a tele che rappresentano scene di vita primitiva, tribale, pullulanti di forme di esseri viventi perfettamente riconoscibili ma ancora ‘in divenire’. C’è continuità con questi lavori?

“Sì. Anche qui intervengo usando elementi naturali primordiali: il fuoco che brucia, l’energia raffigurata dalle onde che esso produce e la stessa energia antica richiesta per percuotere le lamiere o anche per rimodellare le parti aggiunte; le figurine stesse, poi, sono in genere piante o animali con richiami mitici, quasi biblici, legati comunque alla tradizione mediterranea: l’elefante, il gatto, animale sacro nell’antico Egitto, lo stesso bue. E alcune teste sono ancora visioni ‘metamorfiche’, ancestrali, dell’animalità. Le rose, poi, entrano nell’iconografia religiosa”.

E le cornici? Sono un elemento importante?

“Per me quelle che erano modanature circolari della lamiera, i bordi del coperchio originale, hanno assunto un valore decorativo e formale, ma anche strutturale: delimitano e includono, e allo stesso tempo costituiscono un centro concettuale assoluto, che è come l’altra faccia o polarità di questi lavori. Sono il concretizzarsi dell’artificio, che è la capacità umana di costruire un’altra realtà ma con le stesse componenti naturali, e dunque le medesime forme vitali ed energetiche, re-interpretate, fuse e trasformate, anche simbolizzate, dalla mente umana e dalla sua immaginazione. L’artificio è ‘dalla’ Natura, e dal primo Manierismo cinquecentesco fino al Barocco pieno ha conosciuto stagioni esaltanti, anche in questa terra. Nelle cornici ho voluto un più di artificioso, dato che ho operato un processo di finto invecchiamento, ma in cui c’è una decisa prevalenza dello scintillìo dell’oro.”

Oro, Barocco, richiami di questa terra…

“Mi piace innanzitutto immaginare la costruzione dell’artificio in un contesto ambientale che ne è intriso, come questo, e se le mie ‘cose’ verranno collocate in uno spazio ‘storico’ ma svuotato, saranno libere di riempirlo come personaggi su un palcoscenico. In teatro non si può prescindere dalla suggestione barocca, che del resto io associo anche, nel Meridione, all’uso di una materia più malleabile e plasmabile e allo stesso tempo più deperibile: penso al tufo, che è come un’ulteriore metafora della vita reale, dunque degradabile, rispetto, per esempio, alla solidità ideologica del marmo nel barocco romano. Se questo mi ha indotto a rendere le cornici così ‘segnate’ dal tempo e dalla luce, è però chiaro che le parti figurate sono simboli della vita destinati a durare e a ripetersi, come le rappresentazioni teatrali, e a rinnovarsi.

Insomma, tutto ricomincia…

“Bè, certo, e poi tu m’insegni che il barocco è linguaggio vivo nella contemporaneità, perché tutta l’architettura, l’arte e il design post-moderni nascono dall’esigenza – così come fu in quei tempi – di decorare armonizzando, di abbellire sintetizzando in un movimento emozionante i diversi elementi estetici succedutisi nei secoli”

Mi hai parlato anche di una sorta di volontà di “volgarizzazione” nei tuoi lavori.

“Sì, nell’accezione ‘democratica’ del termine, e anche in questo c’entra il Barocco, che fu il coronamento di una primissima fase che porta al riconoscimento della dignità di una visione quotidiana e ‘volgare’ del mondo, e della secolarizzazione del sacro, insomma una prima valorizzazione del sentire popolare.”

Ecco che si può spiegare l’accostamento agli ex-voto..

“Vorrei aggiungere ancora qualcosa: ci tengo a precisare che nel piacere di creare un ‘manufatto’, e di inventarvi – cioè, etimologicamente, trovarci dentro, rinvenirvi – alcune suggestioni culturali, c’è anche un po’ il bisogno di una critica più o meno benevola, anche auto-diretta ovviamente, verso alcuni aspetti del mondo dell’arte contemporanea, in particolare la sua indulgenza nel celebrare la propria auto-referenzialità . E così, tanto per tornare con i piedi per terra, vorrei ricordare il lavoro conclusivo tra quelli preparati per la mostra, in cui ho costruito un orsetto che sporge da un semicilindro: ci vedo scherzosamente me stesso, la piccola anima istintiva che è anche in me, che cerca a fatica di uscire da un imbottigliamento intellettuale, da quella ricerca di soluzioni tecniche e di correlazioni tematiche che, se prolungata, rischia di avvitarsi su se stessa.”


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