Insomma, proprio il gesso così fragile e così tenace si presta al dialogo tra fisico e meta-fisico, al confronto-corrispondenza tra le cose prodotte dalle mani e quelle interiori, istintive o spirituali, ugualmente reali. E questa è l’ultima realtà sintetica del fatturato artistico in Leorato: un estricarsi di forme e volumi consistenti e senza peso, immersi nella leggerezza dei colori della nostra vita, che l’acquarello assorbito voracemente dal gesso narra in uno sfondo dilagante insieme di evanescenza e di radiosità.
testo di Stefano Scala
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