E ci accorgiamo anche che questi lavori sembrano ricercare la suggestione di un mistero estetico descritto in fase di dis-velamento, quando la realtà è perfettamente e meravigliosamente ambigua: essi infatti ‘sono e non sono’ metafore, sono e non sono apparizioni, oggetti o forme biologiche fluttuanti in uno spazio astratto. Sono di più, molto di più: sono una visione compiuta, sono un linguaggio e insieme l’espressione di un apparato originale di segni tracciati dalla nostra esistenza, che è soprattutto un accumularsi ininterrotto e un ‘ripiegarsi’ di esperienze.
testo di Stefano Scala
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