Open Way 2013
Ultima recensione su Roberto Leorato
Roberto Leorato, grazie all’accordo di materie differenti, accoglie nella sua produzione artistica forme inconsuete, simili tormenti indolori, stabilizzatesi temporaneamente nel mondo reale.
Come il gesso, le forme di Leorato sono l’impronta di una sensibilità autentica; la materia, cedendo sotto la pressione delle mani dell’artista, si plasma, rendendo fisico il flusso del ricordo.
Di fronte all’opera ci troviamo coinvolti in una familiarità che sembra tanto appartenerci, ma non siamo in grado di guardare immediatamente con gli occhi della consapevolezza: quelli del passato, del presente e di un ipotetico e personale futuro in cui li scopriremo intimi. Infatti, i colori elementari, ma sbiaditi, ricordano gioielli atavici di cui, probabilmente, abbiamo dimenticato la funzione. Sono senza peso, senza età, sospesi nella loro stessa luce: sono li e noi qui, storditi rispetto la nostra necessità materiale e spirituale nei loro confronti.
Ci fermeremmo nel limbo visivo, se la corruzione che rivela la materia non ci facesse riscoprire il gesso attraverso i suoi muti artefici. Essi si spingono oltre la dimensione fattuale, andando a compiersi non tanto nell’immediatezza della visione che può essere in parte mediata dai sensi, quanto piuttosto dal rimando profondo alle nostre ormai dimentiche memorie.
Se l’affezione è autentica, le creature sognanti, benefattrici della propria umiltà, si affinano in figure e sagome cesellate dall’esperienza dell’artista e del suo memore spirito.
Roberto Leorato con Open Way 2013
Roberto Leorato presso Spazio Leoni11
presso Spazio Leoni11
Via Leoni 11, Verona
durata_ 24 novembre-15 dicembre
Roberto Leorato, artista veronese di formazione accademica con riferimenti territoriali. Sempre pronto ad abbandonare identità che vanno a costituirsi durante l’evolversi del suo lavoro.
Da un esercizio fatto sulla figura con valenze espressioniste astratte, passa a strutturare i suoi lavori attraverso dense campiture di segni e sovrapposizioni dei piani di lavoro conferendo profondità di tipo prospettico.
L’assenza della materia viene recuperata subito dopo. Una materia densa, fredda, siderale, in essa vi sono congelati gli elementi del lavoro successivo dove precipita in un linguaggio con racconti primordiali.
“L’esuberanza è del passato, ma il presente? Con i nostri sentimenti e i nostri bisogni estetici richiamanti il presente siamo costretti a maggior riflessione.” Si affida allora a materiali che necessitano di processi realizzativi più lunghi, dove dilatando i tempi si attivano riflessioni generatrici. In quest’ultimo lavoro prende corpo questa necessità, non disdegna allora allusioni e riferimenti insinuandosi nelle pieghe di una nuova ricerca (che forse ricerca non è più) non solo estetica ma dove materiali inconsueti forniscono un prezioso aiuto.
Roberto Leorato all’interno della rassegna artistica Open Way
Open Way 2013
Spazio Leoni11
Via Leoni 11, Verona
inaugurazione 24 novembre ore 17.00
durata_ 24 novembre-15 dicembre
Sempre più spesso è difficile trovare, nel contesto dell’arte contemporanea, interlocutori che permettano di stabilire quale sia lo stato della propria ricerca e il proprio ruolo in questo mondo complesso. Il rischio che si corre è che l’artista, attraverso un processo di autoaffermazione, si proclami detentore di una verità assoluta. Gli interessi indotti dalla vanità, inoltre, possono spingere gli artisti lontano dal proprio percorso di ricerca, confondendo così il fare con l’apparire.
Open Way nasce con lo spirito di fuggire tale dinamica. Con questo progetto si vuole infatti concretizzare l’incontro fra artisti e mettere sul banco della discussione i risultati del lavoro di ciascuno, a partire dalla convinzione che nessun percorso possa essere autorevole in base ad un’autoproclamazione di correttezza. Il confronto e lo scambio con altri artisti sono due strumenti necessari affinché ogni ricerca e ogni intuizione sia messa in condizione di essere contraddetta: è solo cercando le debolezze di ogni percorso artistico che lo si può rendere più forte e convincente.
L’associazione culturale Il Sestante, dopo la rassegna a Casa dei Carraresi (TV) Arte Paradigma Est, prosegue questo percorso che sposta il tavolo della discussione a Verona, portando competenze provenienti da diversi ambiti disciplinari. C’è la convinzione, da parte dell’associazione, che gli artisti debbano assumersi una forte responsabilità sociale e proporre un modo inconsueto di parlare d’arte.
Il progetto curato da Enea Chersicola e Riccardo Tripodi prevede inoltre un ciclo di eventi collaterali Ogni strada è aperta con incontri, presentazioni libri e progetti culturali.
Testo di Enea Chersicola e Riccardo Tripodi
Orari: Lun-ven 15.00-20.00, sab-dom 15.00-21.00. Ingresso libero.
L’umiltà del Gesso capitolo 3
Così come non c’è più una speranza sociale se non nel ritorno alla semplicità del rapporto dell’uomo con il prodotto del proprio lavoro, anche lo spazio dell’arte non può che rifarsi all’elementarietà del dialogo tra esperienza e materia: un’indicazione che Roberto dà a se stesso e a chi appartiene al suo modo di esistere, fatto di concreta intelligenza sull’esserci della Natura a cui continuano ad appartenere i nostri sentimenti e il nostro bisogno di costruire simboli e richiami estetici.
testo di Stefano Scala
L’umiltà del Gesso capitolo 6
Così il gesso racchiude per il nostro l’espressione del fare e dell’anima – per lui le facce complementari della creazione artistica – diventando innanzitutto una materia-simbolo: sostanza strutturante ma friabile e destinata inesorabilmente a corrodersi, e, allo stesso tempo, elemento capace di catturare impronte, assorbire luce e colore, realizzare calchi (“calcare il sottostante”, dice Roberto), racchiudere gesti e rilevare tracce che talora hanno richiami dalle parti più viscerali di noi. Se l’anima ha uno spazio, sicuramente è quello generato da superfici che si raggrinziscono col tempo, si accartocciano e si avvicinano addirittura alle intimità anche ripugnanti del nostro essere e della nostra corporeità; l’anima è un composto di volumi costruito da pieni carnosi come i fatti e da vuoti eterei come i pensieri, da oggetti solidamente corposi e dai loro profili negativi, i ‘calchi delle cose’, appunto.
testo di Stefano Scala
L’umiltà del Gesso capitolo 8
E ci accorgiamo anche che questi lavori sembrano ricercare la suggestione di un mistero estetico descritto in fase di dis-velamento, quando la realtà è perfettamente e meravigliosamente ambigua: essi infatti ‘sono e non sono’ metafore, sono e non sono apparizioni, oggetti o forme biologiche fluttuanti in uno spazio astratto. Sono di più, molto di più: sono una visione compiuta, sono un linguaggio e insieme l’espressione di un apparato originale di segni tracciati dalla nostra esistenza, che è soprattutto un accumularsi ininterrotto e un ‘ripiegarsi’ di esperienze.
testo di Stefano Scala
Leorato Roberto alla Galleria Spazio 6 di Verona _ 25×28,5 cm
artista Roberto Leorato
titolo Vi saranno momenti migliori
dimensione 25×28,5 cm
data 2013
Artista Veronese Contemporaneo alla Galleria Spazio 6 di Verona _ 25×29,5 cm
artista Roberto Leorato
titolo La stagione mancante
dimensione 25×29,5 cm
data 2013
Artista Veronese Polimaterico _ 22,7×28 cm
artista Roberto Leorato
titolo serie: Ex voto
dimensione 22,7×28 cm
data 2013