Ultima recensione su Roberto Leorato
Roberto Leorato, grazie all’accordo di materie differenti, accoglie nella sua produzione artistica forme inconsuete, simili tormenti indolori, stabilizzatesi temporaneamente nel mondo reale.
Come il gesso, le forme di Leorato sono l’impronta di una sensibilità autentica; la materia, cedendo sotto la pressione delle mani dell’artista, si plasma, rendendo fisico il flusso del ricordo.
Di fronte all’opera ci troviamo coinvolti in una familiarità che sembra tanto appartenerci, ma non siamo in grado di guardare immediatamente con gli occhi della consapevolezza: quelli del passato, del presente e di un ipotetico e personale futuro in cui li scopriremo intimi. Infatti, i colori elementari, ma sbiaditi, ricordano gioielli atavici di cui, probabilmente, abbiamo dimenticato la funzione. Sono senza peso, senza età, sospesi nella loro stessa luce: sono li e noi qui, storditi rispetto la nostra necessità materiale e spirituale nei loro confronti.
Ci fermeremmo nel limbo visivo, se la corruzione che rivela la materia non ci facesse riscoprire il gesso attraverso i suoi muti artefici. Essi si spingono oltre la dimensione fattuale, andando a compiersi non tanto nell’immediatezza della visione che può essere in parte mediata dai sensi, quanto piuttosto dal rimando profondo alle nostre ormai dimentiche memorie.
Se l’affezione è autentica, le creature sognanti, benefattrici della propria umiltà, si affinano in figure e sagome cesellate dall’esperienza dell’artista e del suo memore spirito.